Ma ricorda sempre che i mostri non svaniscono. Quello che muore è la paura che ti incutono.

(C. Pavese, Dialoghi con Leucò, 1947)
 

Fobie: cosa sono, come nascono e come riconoscerle

Esistono diversi tipi di fobie: le fobie generalizzate (agorafobia e fobia sociale), che vengono vissute come fortemente invalidanti, e le fobie specifiche, che invece sono descritte come meglio gestibili a patto di evitare quello che fa paura.

Queste ultime si dividono a loro volta in differenti classi: animali (come ragni, uccelli, insetti, cani, gatti, topi), ambiente naturale (per esempio temporali, tuoni, altezza, buio), sangue-iniezioni-ferite (aghi, la vista del sangue, ecc.), situazionale (per esempio spazi chiusi, volare, guidare, ascensori, ponti) e tutte quelle nelle quali la paura è scatenata da altri stimoli (ad esempio soffocare, pagliacci e maschere, bambole, rumori forti).

C’è da dire che le fobie specifiche, come anche altri aspetti della psicopatologia, sono soggette ai cambiamenti sociali e culturali. Nel 2013, l’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, uno dei sistemi nosografici per i disturbi mentali o psicopatologici più utilizzati da psichiatri, psicologi per fobie e medici di tutto il mondo, sia nella pratica clinica sia nell'ambito della ricerca, ha per esempio introdotto una nuova fobia, la nomofobia: la paura di non avere il cellulare con sé, di rimanere fuori dalla rete di comunicazione mobile (no-mobile).

La persona che soffre di nomofobia prova pertanto un’intensa e sproporzionata paura di rimanere tagliata fuori dal contatto di rete mobile, di non essere in relazione con il resto del mondo, e per questo mette in atto una serie di strategie per fronteggiarla, come per esempio mantenere il credito sempre attivo, portare con sé un caricabatterie in ogni momento, dare a familiari e amici un numero alternativo o portare sempre con sé una carta telefonica prepagata per effettuare chiamate di emergenza se il cellulare dovesse rompersi o perdersi o venisse rubato.

La fobia è una paura irrazionale, spropositata e incontrollabile per qualcosa che non rappresenta un pericolo reale. Chi ha una fobia è sopraffatto dall’angoscia al pensiero di avere a che fare con un animale innocuo o di compiere un’azione che lascia indifferente la maggior parte delle persone, ma pur rendendosi conto dell’irrazionalità della propria paura, non può controllarla.

Come sa bene lo psicoterapeuta per fobie, chiunque soffra di una fobia, infatti, il più delle volte sa bene che le proprie reazioni sono sproporzionate alla reale gravità dello stimolo, ma sa anche che sfuggono al suo controllo: non è un appello all’autocontrollo che può aiutare una persona fobica. Al contrario, una sollecitazione di questo tipo rischia di rinforzare l’imbarazzo e la vergogna, che sono spesso gli stati affettivi predominanti di chi soffre di una fobia.

Le reazioni allo stimolo fobico (l’oggetto della fobia) sono generalmente sintomi fisiologici come tachicardia, vertigini, extrasistole, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito e spossatezza. Il loro effetto è talmente dirompente da provocare un intenso disagio e indurre alla fuga.

Fuggire, d’altra parte, è una strategia di emergenza. Generalmente il fobico prevede in modo accurato tutte le situazioni o condizioni che possono essere associate alla paura e le evita sistematicamente, anche se la sua vita può subire forti limitazioni in funzione di questa strategia: l’agorafobico che non esce di casa, per esempio, rischia di perdere il lavoro o gli amici, chi ha la fobia dell’aereo di rinunciare a un viaggio, chi ha fobie come la paura degli aghi e delle siringhe di non sottoporsi a controlli medici.

Questa strategia, inoltre, sebbene riduca sul momento gli effetti della fobia, in realtà costituisce una micidiale trappola: ogni evitamento, infatti, conferma la pericolosità della situazione evitata preparando l’evitamento successivo e va a incidere profondamente sulla fiducia in se stessi e sull’immagine di sé.

Nella storia di chi soffre di una fobia, si scopre che a volte inizia dopo un evento traumatico (per esempio la puntura di un’ape) o l’aver visto un evento traumatico accadere a qualcun altro (come qualcuno che affoga); altre volte è associata a un attacco di panico (si può collegare l’angoscia dell’attacco di panico al luogo in cui è capitato, questo porterà a cercare di evitarlo e quindi a sviluppare una fobia); un timore razionale può trasformarsi in una fobia a causa delle influenze sociali e culturali che ci circondano e alcune fobie possono trasmettersi di generazione in generazione.

Molte altre volte può invece essere difficile risalire all’origine della fobia, ma in realtà, qualunque sia la storia personale legata alla nascita di una fobia, preziosa perché racconta, appunto, la storia di un individuo, l'oggetto della fobia è la manifestazione di un'angoscia profonda che spostiamo su un oggetto o una situazione per giustificarla.

Da una prospettiva analitica, quando pensieri, idee, desideri per qualche motivo inaccettabili o proibiti che potrebbero portare a una ritorsione punitiva minacciano di emergere dall’inconscio, si attiva un segnale d’ansia che porta allo spiegamento di tre meccanismi di difesa, lo spostamento, la proiezione e l’evitamento. Queste difese eliminano l’ansia rimuovendo ancora una volta il desiderio proibito, ma il prezzo del controllo dell’ansia è la creazione di una nevrosi fobica e il rifiuto di parti di sé.

In pratica, l’angoscia viene trasferita nel mondo esterno, su una situazione o un oggetto specifico, che viene caricato simbolicamente di valenze negative: per questo qualcosa che non è realmente pericoloso riesce invece a suscitare un forte senso di angoscia e si cerca di fuggirlo in tutti i modi.

La terapia con uno psicologo fobie Roma offre uno spazio dove non si viene criticati né giudicati per le proprie paure e nel quale il terapeuta aiuta a rielaborare i termini del conflitto rappresentato simbolicamente dall’oggetto temuto, individuando e favorendo l’elaborazione di quello che è stato rifiutato.

Delle parti di sé che sono state rifiutate.
 

Psicoterapeuta fobie Roma: come fissare un primo appuntamento

Psicologo fobie Roma: fissa un appuntamento