Mi piace l’idea che su un guado possa sorgere una grande città, che da quell’opportunità di attraversamento si possa dipanare una storia.

Guadi ed etica dell’incontro.

Rendere possibile una psicoterapia.

 

Ogni esperienza psicoterapeutica è quindi unica e irripetibile, perché fondata sull’irriducibile particolarità di ogni individuo e della relazione che si instaura, in un dato momento, tra quel paziente e quel terapeuta. Questo significa che non esistono regole universali buone per ogni occasione, ma bisogna che la terapia sia strettamente legata alle caratteristiche della situazione clinica.

Significa che il terapeuta deve vincolarsi all’etica dell’incontro.

Se il punto è quello di potersi incontrare, allora occorre realizzare le condizioni per un avvicinamento dei due territori, quello abitato dal paziente e quello abitato dal terapeuta, creare ponti simbolici di maggiore accomunamento: nel mio modo di operare, il primo, più importante passo, è mettere un sasso, e poi tutti quelli che occorrono, nel fiume che scorre tra le due appartenenze per costruire il guado che ci consenta, al mio paziente e a me, di attraversarlo.

L’immagine del guado mi è rimasta impressa dai giorni della mia formazione. Un guado è un punto poco profondo lungo un corso d’acqua e questa sua caratteristica lo rende facile da attraversare, il modo più semplice senza dover costruire ponti o usare traghetti. Per questo i guadi sono stati molto importanti nella storia delle vie di comunicazione di terra, al punto che lì sono spesso sorti punti fortificati e città: Trento, Roma, Firenze e Verona per dirne qualcuna.

Mi piace l’idea che su un guado possa sorgere una grande città, che da quell’opportunità di attraversamento si possa dipanare una storia. Credo che i sassi che permettono alla storia di un rapporto terapeutico di dispiegarsi nel tempo, che rendono meno profondo il fiume e lasciano aperta la possibilità di costruire città, si trovino nel richiamo continuo alla necessità di vincolare la cura alla realtà della situazione clinica, per costruire un campo mentale condiviso.